Ho appena finito di vedere La Battaglia di Algeri, di Pontecorvo, e mi tremano le mani.

Ho appena finito di vedere La Battaglia di Algeri, di Pontecorvo, e mi tremano le mani. A rivederlo, questo film, rimani senza parole, il cervello continua a girare ma la parola è bloccata, ferma, immobile. Non ci sono parole, per descrivere ciò che 130 anni di occupazione francese hanno causato agli algerini, alle algerine, ma durante tutto il film un pensiero mi occupava la mente, di fronte alle torture subite dagli algerini per mano francese pensavo alle torture di cui oggi gli algerini si rendono colpevole nei confronti dei cabili, pensavo alla Primavera Nera, pensavo agli Aarch, alle rivolte berbere, alla polizia algerina, spesso composta dai figli di quegli stessi algerini che nel ’58, nel ’62, venivano torturati e uccisi. Quegli algerini invocavano parole di Libertà. Come fanno oggi i Cabili. 

La Storia è davvero strana. Gli uomini altrettanto, e  non riesco a dire nè pensare altro.

 

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